Les Vignes de Mon Pere 2003 Magnum Ganevat
1.900,00 € Il prezzo originale era: 1.900,00 €.1.697,00 €Il prezzo attuale è: 1.697,00 €.
| Annata | 2003 |
|---|---|
| Produttore | Ganevat |
| Tipologia | Vino Bianco |
| Formato | Magnum |
| Provenienza | Francia |
| Vitigno | Savagnin |
| Bollino | Biodinamico, Botte, Lieviti Indigeni, Naturale, No So2 Aggiunta |
Les Vignes de Mon Père 2003
Jean-François Ganevat
Un vino raro, testimone di un’annata epocale
La vendemmia 2003 ha rappresentato una sfida per molti produttori, ma Jean-François Ganevat ha trasformato quest’annata calda in un capolavoro con “Les Vignes de Mon Père”. Questo vino nasce da un singolo vigneto di Savagnin coltivato in terreni marnosi nel Jura, su viti vecchie di oltre 70 anni. La lunga permanenza in cantina – più di un decennio – ha donato a questo bianco una straordinaria complessità ed eleganza, testimonianza di come un’annata difficile possa esaltare il carattere autentico del territorio e del vitigno.
Vigneto e filosofia biodinamica al servizio dell’eccellenza
Le vigne sono coltivate con un approccio rigorosamente biodinamico, senza uso di prodotti chimici, per garantire la massima vitalità delle piante e la piena espressione del terroir. L’esposizione e il suolo particolarmente caldi dell’annata 2003 hanno influito sul grado zuccherino, ma la cura in vigna ha permesso di mantenere un equilibrio naturale e una perfetta sanità delle uve. La raccolta manuale è stata selettiva e attenta a preservare l’integrità delle bacche, in modo da ottenere una materia prima d’eccellenza per l’affinamento.
Affinamento prolungato e metodo ouillage per un bianco senza compromessi
Come per le altre annate di “Les Vignes de Mon Père”, anche il 2003 ha seguito una vinificazione spontanea con lieviti indigeni, senza controllo della temperatura. Il vino è maturato per oltre 11 anni in botti di legno usate, con il metodo dell’ouillage, cioè con rabbocco continuo per evitare l’ossidazione e mantenere freschezza e tensione. La limitata solforosa aggiunta e la totale assenza di filtrazione contribuiscono a preservare le caratteristiche organolettiche autentiche di questo vino unico nel suo genere.
Caratteristiche organolettiche e varietali
Il vino è prodotto al 100% da Savagnin, con una precisa volontà di rappresentare la tipicità del vitigno e del terroir.
Colore: giallo dorato intenso, con lievi riflessi ambrati.
Profumo: fragrante e complesso, con sentori di frutta matura, spezie dolci, agrumi e note balsamiche.
Palato: ricco, sapido e persistente, con una struttura tannica sottile e un finale fresco e vibrante.
Scheda tecnica
Produttore: Jean-François Ganevat
Nome del vino: Les Vignes de Mon Père
Annata: 2003
Vitigno: 100% Savagnin
Regione: Jura (Rotalier)
Suolo: Marne blu e grigie
Agricoltura: Biodinamica certificata
Età delle viti: oltre 70 anni
Vinificazione: fermentazione spontanea, lieviti indigeni
Affinamento: 11 anni in legno con ouillage continuo
Solforosa: minima o assente
Filtrazione: assente
Produzione: molto limitata
Vedi tutti i prodotti di Ganevat
Jean-François Ganevat
Un’eredità contadina che guarda lontano
Nel cuore del Jura, a Rotalier, nasce la storia di Jean-François Ganevat, affettuosamente chiamato “Fanfan”, oggi tra i nomi più celebrati del vino artigianale europeo. La famiglia coltiva queste terre da oltre venti generazioni, ma è con il ritorno di Jean-François nel 1998, dopo un’esperienza fondamentale da Jean-Marc Morey a Chassagne-Montrachet, che la cantina compie un salto qualitativo decisivo. La visione borgognona si fonde con la tradizione jurassienne in una sintesi del tutto originale. Il terroir calcareo-marnoso, l’altitudine e il microclima fresco costituiscono una matrice viva che si riflette nell’identità di ogni bottiglia. Ganevat ha riscoperto vecchi cloni, varietà dimenticate, e li ha rimessi in circolo con uno spirito profondamente visionario, ma sempre fedele alla storia.
Biodiversità, varietà antiche e rispetto assoluto della pianta
Il lavoro in vigna per Jean-François è prima di tutto un atto agricolo. Il suo approccio è biodinamico, rigoroso, ma mai dogmatico. L’azienda è certificata Demeter, ma i principi vanno oltre la certificazione: si lavora con calendari lunari, si semina tra i filari per aumentare la biodiversità, si trattano le viti con preparati a base di piante, minerali e tisane. Le parcelle, spesso minuscole, vengono curate come giardini, molte a pergola bassa o su terreni in forte pendenza. Il recupero di antiche varietà locali come l’Enfariné e il Petit Béclan, accanto ai classici Savagnin, Chardonnay, Trousseau e Poulsard, mostra la volontà di proteggere e rilanciare il patrimonio genetico della regione. Per Ganevat, la vigna è un organismo vivente e complesso, da comprendere e mai forzare.
Vinificazioni senza rete, tra istinto e precisione
In cantina, Jean-François lavora come un sarto. Ogni cuvée nasce da un’intuizione, spesso da un’esigenza espressiva che cambia di anno in anno. I lieviti sono esclusivamente indigeni, le fermentazioni avvengono senza controllo della temperatura, senza chiarifiche né filtrazioni. L’utilizzo di solforosa è assente o minimo, soprattutto nei bianchi dove il rischio ossidativo è gestito grazie a un perfetto equilibrio tra acidità, struttura e riduzione naturale. Le vinificazioni si svolgono in tini troncoconici, vecchie pièces borgognone o anfore. Le affinature sono lunghissime, anche oltre i sette anni, specialmente per i Savagnin ouillé, che sfidano il tempo con complessità e nitore. Non ci sono ricette, solo un legame profondo con l’annata, il terreno e la micro-parcella da cui nasce ogni vino.
Un universo fluido tra Jura e Beaujolais
Negli ultimi anni, Ganevat ha esteso il suo lavoro anche fuori dal Jura, soprattutto nel Beaujolais, in collaborazione con la sorella Anne. Le cuvée sotto il nome “Anne et Jean-François Ganevat” nascono da una selezione di uve biologiche di altri viticoltori fidati. Pur non provenendo da parcelle proprie, questi vini mantengono lo stile liquido, salino e vibrante tipico del domaine. Una scelta che ha permesso di ampliare la produzione mantenendo intatta la filosofia originaria. Oggi Ganevat è sinonimo di una viticoltura di resistenza, ma anche di una sensibilità che sa unire tecnica, rischio e poesia
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