Dark Side 2023 – Mondeuse Noire Naturale della Savoia

L’anima oscura e affascinante della Mondeuse

Dark Side 2023 è un vino che esplora il lato più intenso della Mondeuse Noire, vitigno storico della Savoia. Un rosso profondo, vibrante e dal carattere alpino che unisce tradizione e vinificazione naturale.

Un terroir antico e potente

Le uve provengono da vigneti ottuagenari coltivati su 2,5 ettari di calcare grigio e scisti degradati. Un terroir che conferisce mineralità, tensione e complessità, rendendo la Mondeuse un’espressione pura e territoriale.

Vinificazione naturale e artigianale

I grappoli subiscono inertizzazione e macerazione di 15 giorni, seguita da pressatura e passaggio in botti e anfore per completare le fermentazioni. Nessuna chiarifica, nessuna filtrazione e nessun solfito aggiunto: un vino che rispetta integralmente la materia prima.

L’affinamento in anfora

La scelta delle anfore come contenitore di affinamento esalta eleganza e freschezza, smussando i tannini senza coprire l’identità varietale. Dark Side mostra così un profilo fine, speziato e persistente, con una grande capacità di evoluzione.

Produzione rara e collezionistica

Con solo 2.000 bottiglie prodotte, Dark Side 2023 è un vino di nicchia, dedicato a chi ricerca autenticità, terroir e vini naturali dal carattere deciso.

Scheda Tecnica – Dark Side 2023

• Regione: Savoia

• Varietà: 100% Mondeuse

• Appellazione: IGP Vin Des Allobroges Mondeuse Noire

• Ettari vitati: 2,5 ha

• Suolo: calcare grigio e scisto degradato

• Età media vigneti: 80 anni

• Viticoltura: biologica, biodinamica

• Vendemmia: manuale

• Vinificazione: inertizzazione dei grappoli, macerazione 15 giorni, pressatura, botti e anfore per fermentazioni, travasi prima affinamento

• Affinamento: in anfora

• Chiarifica: –

• Filtrazione: no

• SO₂ aggiunta: no

• Produzione: 2.000 bottiglie

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L’Aitonnement: viticoltura eroica in Savoia

La rinascita dei vigneti di Aiton

Aiton è un piccolo villaggio della Savoia che un tempo contava oltre 250 ettari di vigneti. A partire dagli anni ’50, però, questi terreni sono stati progressivamente abbandonati: le forti pendenze rendevano impossibile l’utilizzo dei trattori e la lavorazione era troppo complessa e faticosa. Di quell’antico patrimonio viticolo è sopravvissuta soltanto una manciata di ettari, tra cui i 2,5 che l’enologo Maxime Dancoine ha iniziato a coltivare dal 2016, dando vita alla sua azienda L’Aitonnement.

L’eredità di un territorio difficile ma prezioso

Maxime ha rilevato il domaine di Bernard e Marido Bachellier, gli ultimi vigneron rimasti ad Aiton. I vigneti si trovano su pendii ripidissimi, con inclinazioni che raggiungono anche il 70%. Nonostante le difficoltà, le vigne beneficiano di un’esposizione ottimale a sud e di un vento costante che mantiene il microclima asciutto e salubre. Il terreno è poco profondo, composto da calcare grigio e pietre di scisto degradate, con numerose sorgenti che sgorgano dal sottosuolo, garantendo freschezza e vitalità alle piante.

Vitigni autoctoni e biodiversità

Il patrimonio ampelografico di L’Aitonnement è straordinario e in parte unico: i vitigni principali sono la Mondeuse Noire, la Jacquère Blanche e l’Altesse, tipici della Savoia. A questi si aggiungono rarità e varietà antiche come Douce Noire, Persan, Joubertin Noir, Blanc de Maurienne, Mondeuse Grise e Blanche, Verdesse e altri vitigni autoctoni quasi scomparsi. Questo mosaico di uve permette a Maxime di produrre vini complessi, profondi e fortemente legati al territorio.

Filosofia produttiva e rispetto della natura

All’Aitonnement si adotta una filosofia produttiva improntata al rispetto dell’ambiente e alla valorizzazione naturale del frutto. Maxime utilizza solfiti in maniera moderata e ragionata, frutto di osservazioni dirette sulla qualità e sulla capacità di conservazione del vino. L’obiettivo è creare vini longevi, fini, sinceri e con una forte personalità, pensati per accompagnare i momenti di convivialità.

Biologico, biodinamico e viticoltura estrema

Il lavoro di Maxime è quello di un vero vignaiolo eroico. I vigneti sono coltivati in regime biologico, con alcuni principi mutuati dalla biodinamica. La vendemmia è manuale, nonostante la densità di impianto elevatissima che supera le 10.000 piante per ettaro. Una scelta che richiede sforzo e dedizione, ma che assicura qualità, identità e rispetto assoluto del terroir di Aiton.