Sassignolo Riserva 2019 Santa Lucia Biodinamica
22,00 € Il prezzo originale era: 22,00 €.19,90 €Il prezzo attuale è: 19,90 €.
| Annata | 2019 |
|---|---|
| Produttore | Santa Lucia Biodinamica |
| Tipologia | Vino Rosso |
| Formato | 75 Cl |
| Provenienza | Italia |
| Vitigno | Sangiovese |
| Bollino | Anfora, Lieviti Indigeni, Naturale, No So2 Aggiunta |
Sassignolo Riserva 2019 – Romagna Sangiovese DOC Superiore Riserva
Un cru collinare che racconta Mercato Saraceno
Sassignolo Riserva 2019 nasce dal vigneto omonimo, situato nel comune di Mercato Saraceno, nel cuore dell’Appennino romagnolo. A 250 metri sul livello del mare, questa parcella rappresenta un cru naturale, dove il Sangiovese si esprime con una forza e una eleganza che trovano pochi eguali in zona. Il terreno argillo-limoso, ricco di scheletro, contribuisce a dare struttura, verticalità e tenuta al vino. Qui, ogni pianta produce in media un solo chilo d’uva, garantendo una concentrazione naturale che è alla base della sua personalità complessa e longeva.
In vigna, precisione estrema e rispetto biodinamico
Il vigneto, impiantato nel 2000 con sesto fitto e allevamento a spalliera Guyot, è gestito secondo principi biologici e biodinamici. La vendemmia, effettuata manualmente in cassette a inizio ottobre, avviene solo dopo un’attenta valutazione della maturità fenolica. Ogni grappolo è selezionato prima sulla pianta, poi nuovamente in cantina. La bassa resa per ceppo (1 kg) permette di ottenere uve ricche di materia, tannini maturi e acidità viva. È il punto di partenza ideale per un Sangiovese da lungo affinamento, capace di evolversi nel tempo mantenendo integrità.
Fermentazione spontanea e affinamento calibrato
Dopo la diraspatura, le uve fermentano spontaneamente con lieviti indigeni, mantenendo inalterato il profilo aromatico originale. Nessun intervento invasivo accompagna la vinificazione: solo delicate follature e controllo delle temperature. L’affinamento avviene per 14 mesi in botti di rovere usate, per non alterare l’identità del frutto, seguito da 6 mesi in acciaio e 12 mesi in bottiglia, dove il vino trova la sua coesione e il suo equilibrio finale. Un rosso pensato per sfidare il tempo, con picco evolutivo attorno ai 3 anni e una longevità stimata di 8–10 anni.
Un rosso strutturato, preciso, di grande eleganza
Sassignolo Riserva 2019 si presenta di un rosso rubino profondo con riflessi violacei brillanti. Al naso emana profumi fini ed eleganti di amarena, mora selvatica e piccoli frutti rossi maturi, con una leggera nota ematica sullo sfondo. Al palato è vigoroso e compatto, con tannini ben integrati, ottimo equilibrio tra freschezza e calore, e una lunga persistenza minerale e balsamica. È un vino che predilige la profondità alla potenza, la precisione al virtuosismo, ideale per accompagnare piatti importanti o meditare in solitudine.
Scheda tecnica
Denominazione: Romagna Sangiovese DOC Superiore Riserva
Annata: 2019
Vitigno: 100% Sangiovese
Zona di produzione: Vigneto Sassignolo – Mercato Saraceno (FC)
Altitudine: 250 m s.l.m.
Esposizione: Nord-sud
Forma di allevamento: Spalliera con potatura Guyot
Ceppi/ha: 6.300
Produzione per ceppo: 1 kg
Terreno: Argillo-limoso con molto scheletro
Vendemmia: Manuale in cassette – inizio ottobre
Vinificazione: Fermentazione spontanea con lieviti indigeni
Affinamento: 14 mesi in botti di rovere usate, 6 mesi acciaio, 12 mesi bottiglia
Alcol: 15% vol
Temperatura di servizio: 19 °C
Longevità: fino a 8–10 anni
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Tenuta Biodinamica Santa Lucia
Una storia di terra, famiglia e scelte coraggiose
La Tenuta Santa Lucia nasce alla fine degli anni ’60 nel cuore pulsante della Romagna, a Mercato Saraceno, sull’alta valle del Savio. Un’area collinare viva e intensa, dove la viticoltura affonda le radici in secoli di ruralità e sapere contadino. L’azienda si estende per circa 100 ettari, di cui 15 dedicati al vigneto, a un’altitudine di 250 metri sul livello del mare. Nei primi anni l’approccio agricolo era completo e diversificato: dai cereali alla carne, dal latte alla frutta, tutto puntava all’autosufficienza. Ma è verso la fine degli anni ’90 che avviene una svolta decisa e radicale: Santa Lucia sceglie di specializzarsi nella viticoltura, seguendo un’idea chiara e coerente, fortemente identitaria e profondamente legata al territorio romagnolo.
L’agricoltura come ascolto: filosofia biodinamica e rispetto per la natura
Guidata da Paride Benedetti, la tenuta si distingue fin da subito per un’impronta agricola etica, sensibile, non convenzionale. Al centro di tutto c’è il rispetto assoluto per la terra e per le varietà che essa esprime in modo spontaneo. L’obiettivo non è solo produrre vino, ma coltivare armonia tra uomo, ambiente e paesaggio, ritrovando un equilibrio antico che oggi appare quasi rivoluzionario. Per questo si adottano esclusivamente metodi biologici e biodinamici, lontani da ogni approccio intensivo e coercitivo. Le viti vengono seguite con attenzione artigianale, secondo i ritmi naturali delle stagioni, senza forzature chimiche o tecnologiche, ascoltando il suolo e la sua energia viva.
Vini come espressione pura di un territorio
In cantina, ogni scelta è orientata a preservare l’identità del frutto e del terroir. Nessuna omologazione, nessun compromesso. I protagonisti sono i vitigni autoctoni: Sangiovese, Albana, Famoso, Centesimino, varietà antiche che raccontano secoli di storia e di adattamento a queste terre. L’approccio enologico è minimale, rispettoso e non interventista: fermentazioni spontanee, lieviti indigeni, affinamenti calibrati, nessun uso di sostanze correttive o trattamenti invasivi. Ne nascono vini vivi, sinceri, espressivi, che parlano la lingua della loro terra d’origine con autenticità e forza. Ogni bottiglia è il risultato di una visione: rappresentare la Romagna più vera, integra, resistente.
Un presidio culturale contro la globalizzazione omologante
Santa Lucia non è solo una tenuta: è un presidio di cultura agricola e civile. In un mondo sempre più dominato da logiche industriali e globalizzanti, l’azienda rivendica il diritto alla piccola scala, alla biodiversità e alla relazione umana. Difendere i vitigni autoctoni, lavorare nel rispetto dell’ambiente, creare lavoro e sapere nel territorio: tutto questo è un atto politico e sociale, oltre che agricolo. Il vino diventa allora non solo un prodotto, ma un messaggio, un racconto liquido che conserva la memoria dei luoghi e delle comunità. Santa Lucia è la prova che un altro modo di fare viticoltura è possibile, e che può essere anche profondamente contemporaneo, senza tradire le sue radici.
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