Les Chalasses Marnes Bleues Vieilles Vignes 2015 Ganevat
260,00 € Il prezzo originale era: 260,00 €.244,70 €Il prezzo attuale è: 244,70 €.
| Annata | 2015 |
|---|---|
| Produttore | Ganevat |
| Tipologia | Vino Bianco |
| Formato | 75 Cl |
| Provenienza | Francia |
| Vitigno | Savagnin |
| Bollino | Biodinamico, Botte, Lieviti Indigeni, Naturale, No So2 Aggiunta |
Jean-François Ganevat Côtes du Jura Les Chalasses Marnes Bleues Vieilles Vignes Savagnin 2015
Overview
Il Les Chalasses Marnes Bleues Vieilles Vignes Savagnin 2015 di Jean-François Ganevat è un vino bianco di rara eleganza e complessità, espressione pura del terroir del Jura. Proveniente da vigne centenarie piantate su suoli di marne blu, questo Savagnin sviluppa un profilo aromatico straordinario, combinando note ossidative, fruttate e minerali. L’affinamento prolungato in botti di legno di grande capacità permette di ottenere un vino elegante, strutturato e con una longevità eccezionale, capace di evolvere positivamente per decenni. Questo vino rappresenta il perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, tra forza del vitigno e rispetto assoluto del territorio.
Storia e filosofia
Jean‑François Ganevat, detto “Fanfan”, è uno dei principali interpreti della viticoltura naturale nel Jura. La sua filosofia combina biodinamica, intervento minimo e selezione accurata delle vigne per esaltare la tipicità di ogni parcella. Le vigne delle Chalasses, con rese molto basse, godono di una gestione estremamente attenta, dove ogni intervento mira a preservare la salute del suolo e delle piante. L’obiettivo di Ganevat è produrre vini autentici, vivi e in grado di raccontare la storia del loro terroir, con un carattere unico che riflette l’annata e la posizione delle vigne.
Vinificazione e affinamento
La vendemmia avviene manualmente per garantire la massima qualità dei grappoli. Dopo la raccolta, le uve di Savagnin fermentano spontaneamente con lieviti indigeni in botti di legno di grande capacità, senza l’aggiunta di solfiti o interventi chimici. L’affinamento avviene sotto velo naturale, in modo da sviluppare lentamente aromi ossidativi complessi, mantenendo comunque freschezza e tensione. Questo lungo percorso in cantina consente al vino di sviluppare profondità, struttura e complessità, con un bouquet che evolve negli anni senza perdere eleganza e armonia.
Note di degustazione
Colore: giallo dorato con riflessi ambrati e luminosi, segno della maturazione evoluta ma ancora vibrante.
Profumo: al naso si percepiscono mandorla, frutta a polpa bianca, note di agrumi maturi e sfumature di miele, accompagnati da una delicata mineralità tipica delle marne blu. Con l’evoluzione emergono aromi ossidativi eleganti di nocciola, spezie dolci e erbe aromatiche.
Palato: secco e complesso, con acidità vivace e sapidità minerale che bilanciano la struttura. Il finale è lungo, persistente e invitante, con una sensazione di profondità e finezza che invoglia al secondo sorso, confermando la longevità del vino.
Abbinamenti gastronomici
Questo Savagnin si abbina perfettamente a formaggi stagionati come Comté o morbier, piatti a base di pesce e crostacei, carni bianche delicate, risotti con funghi o preparazioni cremosi. È ideale anche come vino da meditazione, da gustare lentamente per apprezzare tutte le sfumature aromatiche e l’evoluzione nel bicchiere. Servire preferibilmente a 12–14°C per esaltare freschezza e complessità.
Scheda tecnica
Denominazione: Côtes du Jura AOC
Produttore: Jean-François Ganevat
Annata: 2015
Vitigno: 100% Savagnin
Suolo: marne blu
Viticoltura: biodinamica, rese molto basse, vigne centenarie
Vinificazione: fermentazione spontanea con lieviti indigeni, senza ossidazione artificiale
Affinamento: in botti grandi (demi-muid), sotto velo naturale, lungo periodo
Alcol: 14% Vol.
Temperatura di servizio: 12–14°C
Allergeni: contiene solfiti
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Jean-François Ganevat
Un’eredità contadina che guarda lontano
Nel cuore del Jura, a Rotalier, nasce la storia di Jean-François Ganevat, affettuosamente chiamato “Fanfan”, oggi tra i nomi più celebrati del vino artigianale europeo. La famiglia coltiva queste terre da oltre venti generazioni, ma è con il ritorno di Jean-François nel 1998, dopo un’esperienza fondamentale da Jean-Marc Morey a Chassagne-Montrachet, che la cantina compie un salto qualitativo decisivo. La visione borgognona si fonde con la tradizione jurassienne in una sintesi del tutto originale. Il terroir calcareo-marnoso, l’altitudine e il microclima fresco costituiscono una matrice viva che si riflette nell’identità di ogni bottiglia. Ganevat ha riscoperto vecchi cloni, varietà dimenticate, e li ha rimessi in circolo con uno spirito profondamente visionario, ma sempre fedele alla storia.
Biodiversità, varietà antiche e rispetto assoluto della pianta
Il lavoro in vigna per Jean-François è prima di tutto un atto agricolo. Il suo approccio è biodinamico, rigoroso, ma mai dogmatico. L’azienda è certificata Demeter, ma i principi vanno oltre la certificazione: si lavora con calendari lunari, si semina tra i filari per aumentare la biodiversità, si trattano le viti con preparati a base di piante, minerali e tisane. Le parcelle, spesso minuscole, vengono curate come giardini, molte a pergola bassa o su terreni in forte pendenza. Il recupero di antiche varietà locali come l’Enfariné e il Petit Béclan, accanto ai classici Savagnin, Chardonnay, Trousseau e Poulsard, mostra la volontà di proteggere e rilanciare il patrimonio genetico della regione. Per Ganevat, la vigna è un organismo vivente e complesso, da comprendere e mai forzare.
Vinificazioni senza rete, tra istinto e precisione
In cantina, Jean-François lavora come un sarto. Ogni cuvée nasce da un’intuizione, spesso da un’esigenza espressiva che cambia di anno in anno. I lieviti sono esclusivamente indigeni, le fermentazioni avvengono senza controllo della temperatura, senza chiarifiche né filtrazioni. L’utilizzo di solforosa è assente o minimo, soprattutto nei bianchi dove il rischio ossidativo è gestito grazie a un perfetto equilibrio tra acidità, struttura e riduzione naturale. Le vinificazioni si svolgono in tini troncoconici, vecchie pièces borgognone o anfore. Le affinature sono lunghissime, anche oltre i sette anni, specialmente per i Savagnin ouillé, che sfidano il tempo con complessità e nitore. Non ci sono ricette, solo un legame profondo con l’annata, il terreno e la micro-parcella da cui nasce ogni vino.
Un universo fluido tra Jura e Beaujolais
Negli ultimi anni, Ganevat ha esteso il suo lavoro anche fuori dal Jura, soprattutto nel Beaujolais, in collaborazione con la sorella Anne. Le cuvée sotto il nome “Anne et Jean-François Ganevat” nascono da una selezione di uve biologiche di altri viticoltori fidati. Pur non provenendo da parcelle proprie, questi vini mantengono lo stile liquido, salino e vibrante tipico del domaine. Una scelta che ha permesso di ampliare la produzione mantenendo intatta la filosofia originaria. Oggi Ganevat è sinonimo di una viticoltura di resistenza, ma anche di una sensibilità che sa unire tecnica, rischio e poesia
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