Foglia Punta – Dalle Nostre Mani

Foglia Punta – Toscana IGT Rosso Biologico

Il pugno chiuso della tradizione

Foglia Punta è un vino che nasce da un vitigno toscano antico e raro: il Pugnitello, così chiamato per la forma del grappolo che ricorda un piccolo pugno chiuso. Recuperato dopo secoli di oblio, questo vitigno incarna la forza della memoria contadina e la volontà di custodire biodiversità e identità territoriale. Foglia Punta è una celebrazione della Toscana più autentica, viva e coraggiosa.

In vigna: biodiversità e rispetto

Le uve provengono da vigneti giovani, di 5–6 anni, coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica certificata. Il sistema di allevamento è Guyot, con una densità di 4.800 ceppi per ettaro. La vendemmia è manuale e avviene tra fine settembre e inizio ottobre, con selezione dei grappoli direttamente in campo.

In cantina: essenzialità e carattere

La vinificazione avviene in acciaio senza filtrazioni. Il vino è “sur lie”, ovvero lasciato a contatto con le fecce fini per arricchirne struttura e complessità, senza alterarne la naturale espressività. Nessuna forzatura, nessuna scorciatoia: Foglia Punta si affina con lentezza, seguendo i ritmi del tempo e della materia viva.

Un sorso vibrante e selvaggio

Al calice si presenta di un rosso scuro con riflessi violacei. Il naso è intenso e profondo, con note di cuoio, pelliccia, erbe aromatiche e prugna matura. In bocca colpisce per la grinta, con tannini fitti ma morbidi e una vera acidità che lo rende dinamico, fresco e appagante. Un vino autentico, per chi ama la Toscana più rustica e sincera.

📝 Scheda Tecnica

• Tipologia: Vino rosso IGT Toscana

• Vitigno: 100% Pugnitello

• Certificazione: Biologico

• Età del vigneto: 5–6 anni

• Sistema di allevamento: Guyot

• Densità d’impianto: 4.800 ceppi/ha

• Epoca di vendemmia: Ultima settimana di settembre – prima di ottobre

• Vinificazione: In acciaio, sur lie, non filtrato

• Tappo: Sughero naturale

• Alcol: 12–13% vol

• Colore: Rosso scuro con riflessi violacei

• Profumo: Cuoio, pelliccia, note erbacee e prugna

• Gusto: Tannini fitti ma morbidi, buona acidità, grintoso

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Una rinascita contadina nel cuore di Fucecchio

Era il 2005 quando Giulio e Lapo decisero di riportare in vita alcuni antichi vigneti abbandonati nel territorio di Fucecchio, nel cuore della Toscana. Molti di questi appezzamenti appartenevano a contadini locali che, per via dell’età avanzata e della scarsa redditività della viticoltura, avevano rinunciato a coltivarli. Grazie alla collaborazione con 14 anziani del luogo, Giulio e Lapo hanno potuto recuperare preziose varietà autoctone e restituire dignità a terre dimenticate. Nasce così il progetto Dalle Nostre Mani, una realtà che affonda le radici nella memoria agricola del territorio e ne interpreta il presente con coraggio e coerenza.

Coltivare rispettando la memoria del suolo

La filosofia in vigna si fonda su un’agricoltura profondamente biologica, pensata per ristabilire un equilibrio naturale tra pianta e ambiente. I vigneti vengono gestiti manualmente, con grande attenzione ai cicli lunari e senza alcun uso di sostanze chimiche di sintesi. Il recupero delle antiche pratiche contadine è al centro del progetto: ogni pianta viene osservata, capita e accompagnata nel suo ciclo vegetativo. La biodiversità è tutelata, la terra è rispettata e ogni intervento è minimo e mai invasivo. Il gesto agricolo torna a essere sapienza, lentezza e osservazione.

Vino vivo, sincero e naturale

In cantina si applica lo stesso rigore e rispetto osservato in vigna. Le fermentazioni avvengono spontaneamente, con lieviti indigeni, e i vini non vengono chiarificati né filtrati. L’intervento umano è ridotto al minimo per non alterare l’espressività naturale delle uve. Nessuna correzione chimica, nessuna standardizzazione: ogni annata racconta una storia diversa, ogni bottiglia è la fotografia di un momento irripetibile. Il vino è considerato un organismo vivo, da accompagnare con attenzione, ma mai forzare.

Stile artigianale e legame con la tradizione

Lo stile di Dalle Nostre Mani è inconfondibile: artigianale, territoriale, profondamente identitario. Ogni bottiglia è un atto di memoria collettiva e un manifesto del lavoro fatto con lentezza e convinzione. Giulio e Lapo credono che il vino debba raccontare non solo il terroir, ma anche le persone, i gesti e la cultura che lo generano. Ecco perché ogni loro cuvée conserva l’anima delle vigne toscane e restituisce, con autenticità, il sapore di una Toscana contadina e resistente.