Trebbianico 2023 La Cattiva
16,00 € Il prezzo originale era: 16,00 €.13,70 €Il prezzo attuale è: 13,70 €.
| Annata | 2023 |
|---|---|
| Produttore | La Cattiva |
| Tipologia | Vino Rosso |
| Provenienza | Italia |
| Formato | 75 Cl |
| Vitigno | Aglianico, Trebbiano |
| Bollino | Acciaio, Lieviti Indigeni, Naturale, No So2 Aggiunta |
Trebbianico 2023 – Masseria La Cattiva
Overview
Trebbianico 2023 è un vino che nasce dall’incontro di territori e amicizie, frutto della collaborazione tra Masseria La Cattiva e la cantina Indigeno in Abruzzo. Unisce due varietà iconiche, Trebbiano e Aglianico, lavorate in modo naturale per dare vita a un vino fresco, originale e sorprendente. La fermentazione spontanea e l’affinamento in acciaio mantengono intatta la purezza del frutto, mentre la macerazione carbonica regala vivacità e un profilo aromatico intrigante.
La storia del vino
L’idea di Trebbianico nasce dal legame con gli amici della cantina Indigeno, con cui Masseria La Cattiva condivide la filosofia del vino naturale. Questo progetto comune rappresenta non solo un esperimento enologico, ma anche un ponte tra regioni: la Puglia e l’Abruzzo. La scelta di unire Trebbiano e Aglianico non è casuale, ma un modo per valorizzare il carattere complementare delle due uve, creando un vino che racconta di collaborazione, creatività e rispetto della natura.
Filosofia in vigna
Le uve provengono da Ancarano e Parco delle Monache, coltivate con metodo biologico e senza uso di chimica di sintesi. L’allevamento a spalliera e la vendemmia manuale permettono di selezionare solo grappoli sani e maturi, rispettando i cicli della natura. Questa attenzione garantisce una materia prima di qualità, fondamentale per esprimere al meglio la personalità del blend. La filosofia è chiara: minimo intervento e massimo rispetto del territorio.
Approccio in cantina
In cantina, Trebbiano e Aglianico vengono sottoposti a macerazione carbonica a grappolo intero per una settimana, una tecnica che esalta freschezza e aromi fruttati. Dopo la pressatura, la fermentazione prosegue spontaneamente in acciaio, senza l’uso di lieviti selezionati o additivi. L’affinamento in acciaio per alcuni mesi preserva la fragranza del frutto e l’equilibrio del vino, che si rivela dinamico e coinvolgente in ogni sorso.
Note di degustazione
Colore: rosso rubino chiaro con sfumature violacee.
Olfatto: note fresche di frutti rossi e agrumi, con un accenno floreale e speziato.
Palato: vivace e succoso, tannini delicati e buona acidità che dona freschezza, finale armonioso e scorrevole.
Abbinamenti
Trebbianico 2023 è perfetto con piatti della cucina mediterranea: salumi e formaggi freschi, primi piatti saporiti, carni bianche e pesci in umido. La sua versatilità lo rende ideale anche come vino da condividere in momenti conviviali, aperitivi e cene leggere tra amici.
Scheda tecnica
Nome: Trebbianico 2023
Località: Ancarano, Parco delle Monache
Sistema di allevamento: Spalliera
Vendemmia: manuale
Uvaggio: Trebbiano e Aglianico (uve rosse e bianche)
Fermentazione: macerazione carbonica
Affinamento: acciaio
Gradazione alcolica: 10%
Formato: 75 cl
Contiene solfiti
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Masseria La Cattiva
La storia di Masseria La Cattiva
La storia di Masseria La Cattiva nasce quasi per caso, come spesso accade alle avventure più autentiche. Tutto ha inizio nel 2018, quando un gruppo di amici decide di dare nuova vita a una masseria dismessa a Turi, in provincia di Bari. Marianna, proprietaria dell’antica struttura, custodisce terreni e vigneti ereditati dalla famiglia, ma mai realmente dedicati alla produzione di vino. Il desiderio di sperimentare, unito alla passione per la viticoltura, porta il gruppo a vinificare i primi quintali d’uva. L’entusiasmo e i risultati incoraggianti li spingono ad affittare i vigneti e a intraprendere un percorso ambizioso. Già nel 2019, la masseria si trasforma in un progetto concreto, animato da un profondo rispetto per la terra e dalla voglia di produrre vini sinceri e legati al territorio.
Filosofia in vigna
Nei vigneti di Masseria La Cattiva, situati a Sammichele di Bari, la filosofia agricola è chiara: lavorare in armonia con la natura, senza compromessi. Gli oltre 7 ettari di viti, impiantati nel 2001, sono condotti secondo i principi del biologico fin dall’origine. Ogni operazione è manuale, dalla potatura alla vendemmia, con un approccio artigianale che mette al centro la vitalità del suolo e la salute delle piante. Gli unici trattamenti consentiti sono quelli a base di rame e zolfo, a testimonianza di una scelta di intervento minimo e di una profonda fiducia nell’equilibrio naturale del vigneto. Le varietà coltivate sono un mosaico della tradizione pugliese e italiana: Primitivo, Negroamaro, Aleatico, Montepulciano, Aglianico, Trebbiano, Malvasia Bianca e Malvasia Nera.
L’approccio in cantina
La filosofia di rispetto che guida il lavoro in vigna si riflette pienamente anche in cantina. Qui, le uve vengono trasformate con fermentazioni spontanee, senza utilizzo di lieviti selezionati o additivi chimici. L’obiettivo è esaltare l’identità del territorio, permettendo al vino di esprimersi liberamente e senza forzature. La scelta di non aggiungere solfiti né correttivi enologici evidenzia il desiderio di creare prodotti puri, specchio fedele delle uve e del terreno calcareo e sassoso di Gioia del Colle. Ogni vino diventa così una narrazione liquida del paesaggio, un’esperienza autentica che unisce mineralità, freschezza e carattere.
Il territorio e l’identità
Il cuore pulsante di Masseria La Cattiva è il territorio del Primitivo di Gioia del Colle, un’area che gode di un microclima ideale e di una collocazione privilegiata a circa 280 metri di altitudine. La natura calcareo-sassosa dei terreni dona ai vini acidità, freschezza e un carattere minerale distintivo. La scelta di ridurre al minimo gli interventi, sia in vigna sia in cantina, non è soltanto una filosofia produttiva, ma un atto di fiducia verso il potenziale di questo territorio unico. In ogni bottiglia c’è la volontà di preservare la spontaneità, di valorizzare la biodiversità e di offrire un vino che racconti con sincerità la sua origine. Masseria La Cattiva non produce semplicemente vino, ma custodisce e restituisce al calice l’anima della Puglia più autentica.
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