Dinavolino 2022 Denavolo

Dinavolino 2022: il bianco macerato che parla il linguaggio della terra

Il Dinavolino 2022 di Giulio Armani è una delle espressioni più schiette e identitarie del progetto Denavolo. Non è solo un vino bianco macerato: è una dichiarazione di intenti, un inno alla libertà espressiva della vigna e alla coerenza artigianale che ha reso celebre il suo autore. Questo vino nasce sulle colline di Travo, nei Colli Piacentini, da vigne poste tra i 350 e i 500 metri di altitudine, coltivate in modo naturale, senza irrigazione né interventi sistemici.

In vigna: biodiversità e selezione spontanea

Le uve provengono da una selezione di viti giovani piantate nel 2008 e nel 2010, su suoli di origine calcarea e argillosa. Le varietà sono tipiche del territorio: Malvasia di Candia Aromatica, Ortrugo, Marsanne e Trebbiano. Le vigne sono condotte senza uso di chimica, nel pieno rispetto dell’equilibrio del suolo e della biodiversità. La vendemmia è manuale, con una selezione rigorosa dei grappoli.

In cantina: macerazione lunga e nessun intervento

Il Dinavolino è vinificato senza solfiti aggiunti e con fermentazione spontanea. Le uve fermentano sulle bucce per circa 30 giorni, in vasche di cemento e acciaio, senza controllo della temperatura. Nessuna chiarifica, nessuna filtrazione. Solo tempo, gravità e pazienza. Il vino viene imbottigliato senza solfiti aggiunti, mantenendo intatta tutta la sua vitalità e il suo carattere ossidativo e salino.

Profilo sensoriale: profondo, arancio, vibrante

Alla vista si presenta con un colore arancio intenso e brillante. Il naso è ampio e dinamico: note di erbe officinali, albicocca disidratata, scorza d’arancia, tè nero, fiori secchi e un accenno di curry. In bocca è teso, materico, sapido, con una grana tannica fine e una persistenza agrumata. Non è un vino da aperitivo: è una bottiglia che chiede tempo, attenzione, e cucina di carattere.

Abbinamenti e temperatura di servizio

Perfetto con piatti speziati, cucina mediorientale, formaggi stagionati, tajine, funghi, carni bianche in umido o zuppe di legumi. Servire a 12–14 °C, aprire con anticipo o decantare.

Scheda tecnica

• Vitigni: Malvasia di Candia Aromatica, Ortrugo, Marsanne, Trebbiano

• Zona di produzione: Travo, Colli Piacentini (Emilia-Romagna)

• Altitudine: 350–500 m s.l.m.

• Suolo: Calcareo-argilloso

• Agricoltura: Naturale, non certificata

• Fermentazione: Spontanea, in acciaio e cemento

• Macerazione: 30 giorni sulle bucce

• Affinamento: In vasche d’acciaio e cemento

• Solforosa: Non aggiunta

• Grado alcolico: 11,5% vol

• Temperatura di servizio: 12–14 °C

• Abbinamenti: Speziati, formaggi stagionati, cucina etnica, funghi, zuppe

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Denavolo di Giulio Armani: l’anima artigianale dei Colli Piacentini

Denavolo è la cantina fondata nel 2005 da Giulio Armani, figura carismatica del vino naturale italiano e storico enologo della vicina La Stoppa. Situata a Travo, sui Colli Piacentini tra la Val Trebbia e la Val Nure, l’azienda rappresenta una visione radicale e coerente del vino bianco artigianale, autentico riflesso di territorio, altitudine e tempo.

I vigneti, impiantati tra i 350 e i 700 metri di altitudine su suoli calcareo-argillosi, sono coltivati secondo un’agricoltura naturale, senza uso di prodotti chimici o sistemici. La biodiversità è tutelata, e ogni intervento in vigna risponde a un rispetto assoluto per l’ambiente. In cantina, Giulio Armani lavora con fermentazioni spontanee, lunghe macerazioni sulle bucce e nessuna chiarifica o filtrazione. I suoi vini, principalmente bianchi da uve autoctone come Malvasia di Candia Aromatica, Ortrugo, Marsanne e Trebbiano, sono profondi, ossidativi, sapidi, e capaci di evoluzioni sorprendenti.

Denavolo è sinonimo di vino vivo, in movimento, libero da standard e convenzioni. Ogni bottiglia racconta l’identità di un luogo e la mano di chi lo abita con coerenza e intuizione.