Couvent Rouge 2018

Couvent Rouge 2018: espressione autentica del rosso libanese

Un vino nato da vigne alte e da una comunità che coltiva con rispetto

Il Couvent Rouge 2018 nasce nel cuore della valle della Bekaa, dove il clima secco, le forti escursioni termiche e i terreni argilloso-calcarei offrono condizioni ideali per una viticoltura di qualità. Le uve provengono da parcelle coltivate in agricoltura biologica, gestite da piccoli viticoltori che condividono la visione cooperativa della cantina. Il lavoro nei filari è rispettoso dei cicli della natura, senza irrigazione artificiale né trattamenti chimici, in equilibrio con l’ambiente e con il sapere contadino locale.

Vinificazione pulita e attenta per un rosso elegante e sincero

In cantina, la filosofia segue la stessa linea di rigore e integrità. Couvent Rouge 2018 è il frutto di un blend di varietà internazionali – principalmente Cabernet Sauvignon, Syrah e Tempranillo – vinificate separatamente con fermentazioni spontanee in vasche d’acciaio. Dopo l’assemblaggio, il vino affina per diversi mesi in vasche di cemento e in parte in botti di legno usate, per arrotondare i tannini senza coprire l’identità del frutto. Il risultato è un rosso equilibrato e identitario, che riflette il territorio con eleganza.

Alla vista si presenta con un rosso rubino intenso e brillante. Al naso esprime sentori di frutti rossi maturi, spezie dolci e un accenno di macchia mediterranea. Al palato è avvolgente, morbido e ben bilanciato da una trama tannica fine e una piacevole freschezza.

Scheda tecnica

• Denominazione: Bekaa Valley Red Wine

• Annata: 2018

• Vitigni: Cabernet Sauvignon, Syrah, Tempranillo

• Alcol: 14% vol

• Vinificazione: fermentazione spontanea in acciaio

• Affinamento: cemento e botti di rovere usate

• Agricoltura: biologica certificata

• Formato: 750 ml

• Temperatura di servizio: 16–18 °C

• Potenziale di invecchiamento: fino a 6–8 anni

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Couvent Rouge Winery: il cuore del vino biologico nella Bekaa

Una viticoltura resiliente e sostenibile tra le montagne del Libano

Couvent Rouge nasce nel villaggio di Deir El Ahmar, nel cuore della valle della Bekaa, una delle aree vitivinicole più fertili del Libano. Fondata con l’obiettivo di rilanciare l’economia agricola della regione dopo il conflitto, la cantina è il simbolo di un nuovo inizio: qui la vite rappresenta non solo una coltura, ma un atto di resistenza e rinascita.

La filosofia in vigna si fonda su un’agricoltura biologica e solidale, in collaborazione con oltre duecento famiglie locali. La gestione dei vigneti è interamente manuale, nel rispetto dei cicli naturali e della biodiversità. Le escursioni termiche tra giorno e notte, unite a un’altitudine che sfiora i 1100 metri, favoriscono la perfetta maturazione delle uve senza forzature. Nessun utilizzo di pesticidi o fertilizzanti chimici: il terreno è lavorato secondo principi rigenerativi, per custodire il suolo e la memoria del territorio.

La cantina come laboratorio di identità e modernità

All’interno della cantina, il lavoro prosegue con coerenza e precisione. Couvent Rouge adotta tecniche moderne ma a basso impatto, scegliendo acciaio, cemento e, per alcune cuvée, l’affinamento in legno. L’obiettivo è chiaro: accompagnare le uve nel loro processo naturale di trasformazione senza snaturarne il profilo. Ogni vino è concepito come un’estensione del paesaggio che lo ha generato, mantenendo una purezza aromatica e una struttura autentica.

La vinificazione è orientata alla valorizzazione dei vitigni autoctoni libanesi, come il Merwah e l’Obeidy, accanto a varietà internazionali che si sono ben adattate al clima locale. La fermentazione spontanea è una pratica ricorrente, così come l’uso limitato di solfiti. In cantina, ogni intervento è calibrato con attenzione artigianale, riflesso di una cultura vinicola che guarda al futuro restando ancorata alle sue radici.

Un progetto che unisce vino, comunità e territorio

Couvent Rouge Winery è più di una cantina: è un progetto sociale, culturale e ambientale. Ogni bottiglia racconta una storia di rinascita e appartenenza, tra montagne aspre e mani laboriose. Il vino qui non è solo prodotto agricolo, ma messaggero di un’identità che resiste, si evolve e si apre al mondo.