Champagne Les Pierrieres Ulysse Collin

Les Pierrières Blanc de Blancs Extra Brut

Filosofia in vigna

La parcella “Les Pierrières” si trova nel villaggio di Congy, nella Côteaux du Petit Morin, dove Olivier Collin coltiva lo Chardonnay su suoli calcarei ricchi di silicio e selce. Le viti, piantate negli anni ’70, sono curate secondo un’agricoltura artigianale, con una profonda attenzione all’equilibrio tra suolo, pianta e ambiente. L’approccio è rispettoso e rigenerativo, senza l’utilizzo di sostanze chimiche sistemiche, per esprimere al massimo la mineralità unica del terroir.

Approccio in cantina

La vinificazione è profondamente non interventista. Il mosto fiore viene lasciato decantare naturalmente per gravità, per poi fermentare spontaneamente con lieviti indigeni in barrique di Borgogna usate. Il vino resta sulle fecce fini per circa 48–60 mesi, senza chiarifica, stabilizzazione o filtrazione. La malolattica avviene spontaneamente in modo completo. Il dosaggio è minimo o assente, con ogni annata che include una parte di vins de réserve in stile solera per aggiungere profondità e complessità.

Note di degustazione

Colore: giallo paglierino brillante con riflessi dorati.
Olfatto: complesso e verticale, si apre con note di agrume candito, pietra focaia, burro fresco e fiori bianchi.
Palato: cremoso e incisivo, attraversato da un’acidità vibrante e una salinità netta che ne amplifica la profondità e la persistenza. Uno Champagne tagliente, elegante, con anima e tensione.

Scheda tecnica

• Vitigno: 100% Chardonnay

• Parcella: Les Pierrières (Congy)

• Suolo: calcareo con forte presenza di silicio e selce

• Fermentazione: spontanea in barrique

• Affinamento: 48–60 mesi sur lattes

• Malolattica: spontanea e completa

• Dosaggio: Extra Brut (0–3 g/l)

• Sboccatura: variabile secondo il lotto

• Produzione: limitata, con vins de réserve in stile perpetuo

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Ulysse Collin – Champagne di identità e terroir

La storia di Olivier Collin – Radici profonde e visione rivoluzionaria

Olivier Collin fonda il domaine Ulysse Collin nel 2003, ma la sua storia familiare inizia ben prima. Le vigne, nel villaggio di Congy, erano già di proprietà della famiglia Collin dagli anni ’50, ma per decenni le uve venivano conferite alla cooperativa locale. Dopo aver studiato giurisprudenza, Olivier decide di cambiare radicalmente vita. Si forma presso Anselme Selosse, che influenzerà profondamente il suo approccio, e nel 2001 riesce a riscattare la gestione di una prima parcella, “Les Pierrières”. Nel 2004 vinifica la sua prima cuvée in proprio. È l’inizio di un percorso visionario nella Côteaux du Petit Morin, zona allora marginale nella geografia della Champagne. Con determinazione e profondo legame con la terra, Olivier ha trasformato un’eredità dimenticata in una delle più luminose realtà del movimento dei vigneron indipendenti.

Filosofia in vigna – Un microcosmo rispettato pianta per pianta

La viticoltura di Ulysse Collin è rigorosamente naturale, senza diserbanti né pesticidi sistemici. Tutti i lavori agricoli sono manuali e seguono una visione artigianale e precisa. Ogni parcella – spesso minuscola – viene trattata come un cru indipendente, curata nei dettagli per favorire la vitalità del suolo, la biodiversità e l’equilibrio della pianta. Le viti, molte delle quali piantate negli anni ’70, affondano le radici in suoli calcarei e ricchi di selce, donando ai vini una firma minerale inconfondibile. La resa viene controllata, la raccolta è manuale, e ogni vendemmia viene vissuta come un punto di partenza per esprimere il territorio con autenticità e precisione.

Approccio in cantina – Espressione pura del luogo senza maquillage

La vinificazione da Ulysse Collin è pensata per non nascondere, ma rivelare il carattere del suolo. Le fermentazioni avvengono con lieviti indigeni, in barrique borgognone usate, e ogni vino nasce da una sola parcella, elevando l’idea di lieu-dit a simbolo identitario. Non si effettua fermentazione malolattica, per mantenere tensione e freschezza. L’affinamento avviene sulle fecce fini, spesso per lunghi periodi (oltre 60 mesi), senza collaggi, filtrazioni o dosaggi invasivi. Le sboccature sono precise, spesso non dosate o minimamente corrette. Il risultato sono Champagne tridimensionali, materici, di grande profondità e salinità, dove il terroir viene raccontato con intensità e verità, senza compromessi.